18 maggio 2016
IOV – ISTITUTO ONCOLOGIO VENETO
Via Gattamelata, 64 Padova
L’introduzione dei farmaci biologici per il trattamento della malattia psoriasica, ivi incluse le terapie anti fattore di necrosi tumorale (anti –TNF), ha segnato una svolta nella cura della patologia e sono attualmente disponibili come seconda linea di trattamento.
Per i pazienti affetti da malattia psoriasica tuttavia, lo scopo del trattamento dovrebbe essere la completa risoluzione delle manifestazioni cutanee (PASI 100) unitamente al controllo delle comorbidità associate, mirando quanto più possibile alla persistenza della risposta terapeutica nel tempo. I nuovi farmaci, alcuni già approvati a livello europeo e altri in corso di approvazione, sembrano andare in questa direzione sia in termini di qualità della risposta (Pasi 90 e 100) sia in termini di persistenza della stessa. Proprio in virtù di questi dati Ema li posiziona come trattamenti di prima linea.
Quest’ultimo aspetto apre a considerazioni ineludibili circa il dovere di garantire ai pazienti l’accesso alla cura migliore senza però dimenticare che le istituzioni sono chiamate, nel contempo, a garantire la sostenibilità del SSR nel tempo attraverso un attento governo della spesa.
L’aspetto della sostenibilità, dovrà considerare tutti gli aspetti economico-sociali di
un trattamento efficace della psoriasi , comprese le ricadute sull’attività lavorativa e sulla qualità della vita dei pazienti, indice estremamente importante per tutte
le patologie in corso di trattamento, ma ancor di più per la malattia psoriasica avanzata dati gli indici di prevalenza della malattia in Italia.
Anche alla luce dell’opportunità data dall’arrivo dei primi farmaci biosimilari e della conseguente opportunità di risparmio, si rende necessaria una riflessione tra tutti
gli attori coinvolti con l’obiettivo di segnare un percorso condiviso per la gestione ottimale e sostenibile della malattia psoriasica.
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